giovedì 9 maggio 2024

Parco Museale Scenografico di Craco

Craco

Convento di San Pietro (Craco Vecchia)

01/03/2023 - 31/10/2023

Descrizione

IL PAESE FANTASMA. Benvenuti a Craco, un luogo che è prima di tutto una “esperienza”. Un viaggio nel silenzio, dove il tempo sembra essersi fermato. La vicenda di Craco è legata ad una violenta frana, che nel 1963 cambiò per sempre la storia di questa comunità. Per far fronte a questa calamità, si sarebbero dovuti creare dei terrazzamenti con alberi che bloccassero il cedimento, ma si scelse di realizzare muri di contenimento in cemento armato, che di lì a poco iniziarono a cedere. E cosi, nel giro di pochi anni, dal 1963 al 1974, quasi tutta la popolazione fu trasferita a valle, in località chiamata Peschiera dove fu realizzato un nuovo abitato… Da allora Craco ha vissuto una parabola incredibile: ad una iniziale fase difficile, fatta di vandalismi e saccheggi che sembravano aver ridotto quel luogo antico all’oblio della propria storia e della propria identità, è seguita una “storia nuova”, che ha riacceso i riflettori sulla unicità di questo luogo, avvolto da un silenzio surreale che si riverbera nella suggestione degli assolati calanchi, frutto dell’erosione provocata dall’acqua piovana che si infiltra e “spacca” il terreno, creando geometrie a “lama di coltello”, con guglie aguzze. Oggi “Craco Vecchia” si offre come un “paese sospeso nel tempo”, dove l’orologio della storia racconta con immutato fascino il racconto di una comunità che, nei secoli, ha vissuto un ruolo prezioso nelle dinamiche sociali ed economiche della Basilicata del passato. Le origini di Craco – la cui radice etimologica sembrerebbe rimandare a “Graculum”, ossia “piccolo campo arato” - risalgono all’VIII sec. a.C. A partire dal Medioevo, Craco visse un periodo di intenso splendore culminato nel 1500, prima che il feudo iniziasse a passare di feudatario in feudatario. Craco fu città signorile e una roccaforte di difesa: i suoi monumenti – la chiesa madre, la torre Normanna e i palazzi Maronna, Grossi, Carbone e Simonetti – raccontano questa bellezza antica e senza tempo.