Palazzo San Gervasio (Palazze in dialetto locale, fino al 1863 chiamata Palazzo) è un comune italiano di 4 489 abitanti della provincia di Potenza in Basilicata. Situata nel nord-est della regione su un altopiano compreso tra due valli, è circondata da una rigogliosa vegetazione e da numerose alture. Si trova a 482 m s.l.m. Il clima è di tipo temperato-sublitoraneo con estati calde e secche e inverni piuttosto freddi e umidi. Non è raro superare i 40° in estate e andare al di sotto dello zero ...
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Prodotti tipici di Palazzo sono i dolci natalizi come i Couzuncigghjə (calzoncelli, con ripieno di pasta di ceci cotti nel vin cotto di fichi o vino), u' Còzonə (il calzone, con mandorle, noci e fichi secchi), i Crəspegghjə (le crespelle, con vin cotto oppure con miele), i Pèttələ (pettole) ossia frittelle fatte con pasta di farina lievitata e lavorata, che la tradizione vuole per la vigilia di Natale. Sempre tra i dolci, si ricordano la Scarcegghjə (la scarcella), dolce con uovo sodo, della tradizione pasquale che prende forme diverse a seconda che sia preparato per bambini o per bambine e i Laghənə chə məgghieichə (lagane con la mollica) tipici delle feste pasquali. Tra le specialità gastronomiche palazzesi troviamo inoltre il Sanguinaccio dolce: crema fatta con sangue di maiale con l'aggiunta di ingredienti come vaniglia e cacao amaro e le Ciambelleinə(ciambelle): una ciambella glassata, tipico dolce nuziale. Fra i primi piatti invece vanno menzionate le orecchiette al sugo di coniglio, e i Capondə (capunti): particolare tipo di pasta fatta in casa. Un piatto d'onore della Pasquetta è il cosiddetto "vredett" (brodetto) preparato con finocchietto selvatico, brodo e carne d'agnello e con l'aggiunta di uova. Il territorio rientra nella zona D.O.C dell'Aglianico e quindi produce uve aglianico e vini eccellenti.
Lina Wertmüller nata Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich (Roma, 14 agosto 1928-Roma, 9 dicembre 2021) regista e sceneggiatrice. Figlia di un avvocato di Palazzo San Gervasio la Wertmüller nel 1963 gira il suo film d’esordio tra Palazzo San Gervasio e Minervino Murge “I basilischi” per il quale si aggiudica il premio Vela d’argento al Festival di Locarno. Ritorna nel 1996 nei luoghi palazzesi per il film “Ninfa plebea” con Stefania Sandrelli, Raul Bova e Lorenzo Crespi con la colonna sonora di Ennio Morricone. La regista firma numerosi film nella sua carriera e vanta un primato, quello di prima candidata donna nella storia degli Oscar come miglior regista per il film “Pasqualino Settebellezze” del 1977. Francesco Ciccotti (Palazzo San Gervasio 1880-Buenos Aires 1937): giornalista e politico. Iscritto al partito socialista, dirige la Federazione Socialista e Unione Popolare di Orvieto. Dirige il quotidiano “Il giornaletto” di Venezia, collabora come redattore per “L’Avanti!” e il settimanale “La Polemica”. Fervente sostenitore antifascista si inimica Mussolini ed è costretto all’esilio a Parigi e in seguito a Buenos Aires. Giuseppe D’Errico (Palazzo San Gervasio 1757-1802): economista e patriota. Appartenente alla nota famiglia palazzese dei D’Errico, Giuseppe strinse contatti con Mario Pagano ed altri noti intellettuali dell’epoca. Fu presidente del Municipio di Palazzo San Gervaso ed innalzò l’albero della libertà nel 1799. Fu per questo imprigionato e condotto nelle prigioni di Melfi, morì qualche anno dopo nel paese natio assassinato sotto l’arco del Purgatorio.
Il castello di Federico II:
Il primo nucleo abitativo di Palazzo San Gervasio fu costruito per la residenza del personale di servizio del Castello dai normanni Drogone e Umfredo di Altavilla nel XII secolo. Questo primo rione sorto attorno la fortezza, prese il nome di Spirito Santo e sta...
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Il paese sorge sulle alture del Vulture e delle Murge e la storia della sua cultura, di usi e tradizioni è strettamente collegata al “Palatinum Sancti Gervasii”, il castello edificato da Federico II di Svevia. Nei secoli è stato trasformato in palazzo baronale e sorge su una collinetta rocciosa da cui domina la vallata del fiume creando un colpo d’occhio d’effetto. Il paese è meta prediletta di appassionati d'arte, storia e cultura; i visitatori trovano infatti lungo le strade del borgo antico palazzi e chiese con inestimabili tesori oltre che il fiore all’occhiello della comunità, la Pinacoteca D’Errico, la collezione d’arte privata più importante del sud Italia creata dal mecenate lucano Camillo D’Errico.
Il castello, trasformato poi in Palazzo Baronale fu la dimora di caccia di Federico II di Svevia e sorge su una collinetta rocciosa. Fu costruito in epoca normanna e poi rimaneggiato dagli svevi. Si entrava nel castello attraverso un portale che conduceva ad un cortile; attorno a questo si aprivano una serie di locali che furono adibiti a carcere. Nel XVII secolo quando appartenne alla Principessa di Fondi, Donna Costanza, fu riempito di opere d’arte, molte delle quali si trovano ora nella Pinacoteca D’Errico. Oggi sono ancora visibili la facciata e due torri con alle spalle una costruzione minore un tempo destinata alle scuderie imperiali.
Nella Pinacoteca, all’interno del Palazzo D’Errico, è stata allestita la più grande collezione d’arte privata del sud Italia, quella lasciata alla morte di Camillo D’Errico, mecenate lucano. L’ intera collezione comprende una serie di opere d’arte di straordinario valore suddivise in 298 quadri, 500 stampe, 9 piatti di porcellana decorati, 12 quadretti in vetro, fotografie, mappe e 4.290 volumi antichi. Ad arricchire il tutto vi è anche la mostra intitolata i Guerrieri di Palazzo, dove sono esposti i reperti archeologici di scavi recenti.
Nei pressi del castello sorge la chiesa madre di San Nicola ristrutturata nel XIX secolo ma risalente al 1544, in stile romanico pugliese. Il portale sulla facciata principale ha un architrave finemente decorato ed un’edicola con due colonne in stile corinzio bizantino, mentre sul lato sinistro si trova il campanile a tre livelli. L’interno è diviso in tre navate ben distinte grazie all’utilizzo di capitelli e statue lignee del XVI secolo, oltre a qualche opera in cartapesta di artigiani leccesi.
La chiesa risale al 1500 ed è divisa in tre navate in stile romanico. Fu costruita a ridosso delle abitazioni che la circondano alle quali è collegata con un arco ribassato che permette il passaggio nel cortile della chiesa. La facciata è semplice e presenta un portale centrale in pietra lavorata.